Il dramma dei 12 ragazzi thailandesi intrappolati in una grotta
Riprende a piovere
e cresce la paura
PATRIZIA GUENZI
Il via libera alle operazioni per liberare i 12 ragazzi thailandesi intrappolati dal 23 giugno nella grotta Tham Luang insieme al loro allenatore sembrava imminente. Ieri, sabato, avrebbero dovuto iniziare un percorso ad ostacoli duro e pericoloso che li avrebbe finalmente portati fuori dall’incubo, dopo 15 lunghissimi giorni. Poi le precipitazioni. E il contrordine: "Aspettate a scendere".
Sono ore disperate nella caverna-trappola. Tutto fa pensare che l’accampamento dei soccorsi diventi un campo permanente. E che ci vorranno giorni prima che i ragazzi escano. "Almeno tre o quattro", ha detto il governatore di Changrai, Narongsak Osatanakorn.
L’arrivo di precipitazioni monsoniche era il timore di tutti coloro che in questi giorni si stanno impegnando per trarre in salvo i ragazzi. Almeno sino a mercoledì le piogge aumenteranno di intensità. E la paura è che il livello dell’acqua nella grotta riprenda a salire.
In un primo momento, la strategia dei soccorritori era di ritardare il più possibile il momento del recupero. Troppo rischioso, i ragazzi dovevano ancora essere istruiti all’uso delle bombole e a un percorso irto di difficoltà. Mentre il governatore avvertiva: "Se aspettiamo troppo non sappiamo quanta pioggia ci sarà". La pioggia è arrivata e i ragazzi sono di nuovo bloccati mentre un intero Paese resta col fiato sospeso.
Tutto era pronto. "Li porteremo fuori uno ad uno per mano", spiegavano i soccorritori che in questi giorni avevano cercato di istruire al meglio tutti i ragazzi, che non sanno nuotare. L’idea era quella di tirarli fuori con le bombole, addestrandoli prima per garantire un "rischio minimo". Intanto, due settimane dall’inizio dell’incubo, i ragazzi hanno scritto ai genitori per rassicurarli. "Non vi preoccupate... siamo tutti forti", si legge in una serie di lettere scritte su fogli di quaderno. Anche l’allenatore dei ragazzi, il 25enne Ekkapol Chantawong, ha inviato una lettera alle famiglie dei ragazzi, porgendo le sue "scuse sincere" per l’incidente. Si sente responsabile e in questi giorni il poco cibo a disposizione l’ha lasciato ai suoi ragazzi. Fallito, invece, il tentativo di installare una linea telefonica all’interno della caverna.
Le squadre dei soccorritori nei giorni scorsi sono riuscite a installare una condotta per l’aria, dopo il preoccupante calo del livello di ossigeno all’interno della caverna. E sino alle prime ore di ieri, sabato, tutto sembrava pronto. Mentre fuori, dove sostano 13 ambulanze, la gente grida "Hooyah! Hooyah! Hooyah!". Forza, forza, forza. "Tirateli fuori, ragazzi, e fate presto".
Tra le tante idee messe a punto in questi giorni per salvarli, anche l’ipotesi di utilizzare una trivella per scendere dal monte. Niente. Il solo modo per tentare di trarli in salvo resta quello iniziale: immergersi nella grotta, scivolare dentro il pantano per quattro chilometri, aggrapparsi alle rocce strettissime, strisciare sugli speroni taglienti.
Ad aiutare i soccorritori sono arrivati anche alcuni ingegneri che lavorano per Tesla, Space X e Boring Company, tre delle aziende tecnologiche di spicco dell’imprenditore statunitense Elon Musk.
08.07.2018