I sindacati italiani in piazza a Roma contro il governo Conte
"Il goveno esca
dalla realtà virtuale"
R. C.
È stato un corteo anomalo, quello che si è snodato ieri, sabato, nelle strade del centro di Roma. In piazza sono scesi i tre sindacati italiani storici, Cgil, Cisl e Uil. Tutti uniti contro le politiche economiche del governo. Ma alla manifestazione hanno aderito anche spezzoni di Confindustria, l’associazione degli industriali, in particolare quelli della Romagna preoccupati per lo stop alle trivelle per la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico, un’attività estrattiva che coinvolge circa 10mila aziende, con un fatturato vicino al miliardo di euro. Un "suicidio industriale - ha detto all’Ansa il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli - e non ho alcun imbarazzo ad affiancare i sindacati. In questa fase è importante essere uniti, difendere insieme crescita e lavoro".
Lo slogan del corteo era "Futuro al lavoro", perché i sindacati non credono che le misure messe in piedi dal governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto dal movimento 5 stelle con il vicepremier Luigi Di Maio e dalla Lega, con l’altro vicepremier Matteo Salvini, possano effettivamente ridare fiato all’occupazione. E far calare la quota di senza lavoro, con un tasso poco oltre il 10 per cento, uno dei più alti nell’area euro. Per questo il governo deve uscire "dalla realtà virtuale" e calarsi "nel mondo reale, del lavoro" ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, facendo evidente riferimento ai tanti post utilizzati da ministri e vicepremier in questi mesi.
Secondo i sindacati, inoltre, l’Italia è già in recessione tecnica, con una produzione industriale in picchiata dato che a dicembre - ha spiegato l’istituto di statistica Istat - si registra rispetto a novembre un calo dello 0,8%, e uno "spread" in salita. Inoltre, "il blocco delle infrastrutture sta provocando danni che rischiano di essere irreparabili per il Paese, bisogna da subito sbloccare i cantieri, che attiverebbero 400 mila posti di lavoro".
In prima fila al corte c’era Maurizio Landini, ex segretario della Fiom, il sindacato di categoria dei metalmeccanici italiani, alla sua prima manifestazione da numero uno della Cgil, dopo aver preso il testimone da Susanna Camusso. Landini ha spiegato che sin da settembre, dopo le prime proposte del governo e le prime bozze di manovra economica, i sindacati avevano dato giudizi negativi. "Perché - ha spiegato Landini - queste misure non affrontano i nodi di fondo che hanno determinato la crisi in Italia e che sono nodi strutturali che né questo governo né i precedenti hanno voluto affrontare". Landini dopo la manifestazione spera in "una convocazione del premier: se il governo è saggio apra le trattative con noi, se è sordo faccia come vuole. Comunque sappiano che questo è solo l’inizio". Anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha spiegato che i sindacati hanno "chiesto al Governo un confronto, stiamo aspettando che ci chiamino. Non possono essere autoreferenziali, questa piazza la devono ascoltare".
Al corteo si sono viste anche le vecchie facce della sinistra, come Massimo d’Alema, Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani. Era presente anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, candidato per il vertice del Partito democratico. Secondo i sindacati in piazza sarebbero scese centomila persone. Da tutte le regioni sono giunti a Roma oltre 1.300 pullman, 12 treni, 2 navi dalla Sardegna e oltre mille voli.
10.02.2019