Confronto su un congedo paternità più lungo

Papà vicini alla culla
senza choc per l'impresa
senza choc per l'impresa
ANDREA BERTAGNI
Quattro, due o 28? Il Parlamento federale e la società civile non hanno ancora trovato ancora un soluzione condivisa ma su un punto sono d’accordo: il congedo paternità deve essere ampliato. Non bastano più, insomma, alcuni giorni. Il periodo deve essere di alcune settimane. Quattro secondo il sindacato Travail Suisse, due per il Consiglio degli Stati, 28 settimane per chi ritiene che il congedo debba essere parentale, quindi da dividere tra i genitori.
Per Giuseppe Termine, educatore, la proposta migliore è quella che oscilla fra due o quattro settimane, 28 sarebbero dannose e impraticabili per le imprese. Dare più tempo ai papà è comunque giusto. Non solo subito dopo la nascita, anche durante la crescita dei figli. Per Beatrice Fasana, imprenditrice e direttrice della Sandro Vanini Sa, la figura paterna è altrettanto importante di quella materna. Qualche problema sorgerebbe se ci fossero più congedi nello stesso periodo. Ecco perché Fasana è favorevole a una compensazione finanziaria per le aziende, un po’ come già avviene per il servizio militare.
an.b.
Nelle famiglie di oggi la presenza del padre è un’autentica risorsa
Giuseppe Termine
Educatore sociale
L’idea di un congedo paternità è interessante. Ho sempre immaginato una società a misura d’uomo, dove le responsabilità sono condivise, dove il papà è presente come la mamma. Il concetto della donna che fa solo la mamma per tutta la vita è infatti ormai superato da tempo. Ma mi spingo ancora più in là: secondo me il congedo paternità sarebbe una conquista sociale. Non credo però che si debba per forza scegliere la proposta meno equilibrata, ossia le 28 settimane. Capisco bene che per una piccola e media azienda sarebbe complicato organizzarsi, già è impegnativo oggi far quadrare i conti, figuriamoci concedere congedi così lunghi.
Sono invece del parere che un congedo di alcune settimane sia la soluzione più appropriata, perché produrrebbe un cambiamento positivo. Garantire la presenza costante del padre e della madre è un atto di responsabilità sociale e civile. I figli non sono impegnativi solo quando nascono e nelle prime settimane, l’impegno aumenta con l’età e quando crescono ne serve ancora di più, soprattutto nella società di oggi, con tanti stimoli e potenziali pericoli.
La proposta del congedo per i papà guarda insomma al presente, ma anche al futuro, dato che i modelli familiari sono cambiati. Avrebbe inoltre una ricaduta positiva sulla serenità delle famiglie. Molte volte il carico finanziario sbilanciato dovuto ad esempio al fatto che solo uno dei due coniugi lavora, crea problemi e frizioni nella coppia, oltre a produrre stanchezza. È inoltre dimostrato che la maggiore presenza del papà produce un maggiore spessore affettivo. Il fatto che anche un padre possa staccarsi dal lavoro per stare vicino ai figli è fondamentale. Anche se oggi purtroppo non è ancora sempre così. Se un bambino sta male è infatti possibile assentarsi dal lavoro per soli tre giorni l’anno. Ciò è un problema nel caso in cui i figli, soprattutto se molto piccoli, hanno una salute cagionevole.
Maggiore flessibilità vuol dire più costi, ci servono incentivi
Beatrice Fasana
Imprenditrice, direttrice della Sandro Vanini
Sono favorevole a concedere un congedo di paternità. A livello imprenditoriale lascerei aperta la possibilità per un padre di scegliere quando è più opportuno approfittare di queste settimane: non è detto che debbano essere quelle vicine al parto, magari possono essere anche dopo. Ovviamente per un’azienda questa proposta implicherebbe una maggiore organizzazione, con sostituzioni del personale. Se ci fossero più congedi nello stesso momento sorgerebbero dei problemi. Quando in passato ho dovuto confrontarmi con una situazione di questo genere è stato piuttosto complicato far combaciare tutti i congedi senza interferire troppo sull’attività aziendale.
Un’altra differenza riguarda i costi. Se dovesse essere accettata la proposta delle 28 settimane, per la quale in questi giorni si stanno raccogliendo le firme a livello nazionale, per un’azienda significa andare incontro a pesanti conseguenze economiche. Ecco perché la proposta migliore è quella di alcune settimane.
Detto questo, se assieme al congedo paternità venisse proposta anche una compensazione per gli imprenditori, simile a quella concessa quando il lavoratore fa servizio militare, molte imprese sarebbero sicuramente incentivate ad accogliere con favore il congedo. In generale credo in ogni caso che il congedo per i papà sia una risposta alle sempre più accresciute esigenze individuali dei lavoratori. Si sta assistendo insomma a un bisogno di maggior flessibilità.
La soluzione ideale sarebbe dunque trovare il giusto equilibrio tra le esigenze dell’impresa e quelle dei lavoratori. Le aziende che si impegnano in questo ambito sono del resto valutate positivamente. Il congedo paternità è un sostegno alla famiglia, anche se, a dire il vero, resta ancora molto da fare. Soprattutto per le donne, molto spesso mamme e lavoratrici, che faticano non poco a conciliare professione e impegni familiari.
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