Dopo il caso del dottore sanzionato dall'Ordine
Se il medico è in contrasto
tra libertà e bavagli
PATRIZIA GUENZI
Un medico può mettersi in contrasto con il parere dei suoi colleghi? Può pubblicamente esprimere opinioni e tesi contrarie alle risultanze scientifiche? I giudizi divergono. Chi sostiene che la libertà di opinione, anche in un campo come quello medico-sanitario, deve essere accettata e rispettata. Ci sono però modi e tempi per esprimere le proprie opinioni. Meglio evitare di pubblicare regolarmente sui social messaggi provocatori, che discreditano l’operato di autorità, medici e ospedali, che mettono in discussione le misure prese per contrastare un determinato pericolo sanitario.
Tuttavia è anche vero che la comunità scientifica non è mai completamente unanime. È normale che ci sia una pluralità di opinioni. Chi difende strenuamente il diritto di esprimere sempre il proprio pensiero è Antoine Huber, ceo di Swiss Medical Network, secondo gruppo di cliniche private in Svizzera. Mentre c’è chi sottolinea, e reputa ben più grave, il caso Daniel Koch, ex capo "malattie infettive" che durante la prima ondata negava l’utilità della mascherina sapendo di fare un’affermazione poco "scientifica".
p.g.
Non accetto che si metta il bavaglio
Io mi sono sempre confrontato a viso aperto sui temi che mi stanno a cuore e faccio fatica, o meglio non accetto, che si metta il bavaglio a chi la pensa diversamente. D’altra parte, il successo della Svizzera si basa proprio anche su questi valori: la libertà d’espressione e il dibattito aperto.
Condivido alcune delle posizioni del dottor Ostinelli, che stimolano il dibattito e il confronto, ma non condivido quando si mette la "museruola" a un medico, che oltretutto mi risulta essere competente e molto apprezzato dai suoi pazienti. È intrinseco alla sua professione essere critico, stimolare l’approfondimento e valutare più soluzioni.
Io, con il mio gruppo, difendo da sempre i medici e il loro diritto di esercitare e curare i propri pazienti: sono la base primaria dell’organizzazione sanitaria del nostro Paese. Il medico in questione va difeso, il suo essere critico va valorizzato e non stroncato. Noi saremmo pronti ad assumerlo qualora fosse fortemente ostacolato nella sua professione. Ribadisco che noi difendiamo sia il diritto di ogni medico di poter esercitare liberamente la professione, sia la sacrosanta libertà di scelta dei pazienti.
Antoine Huber, Ceo Swiss Medical Network
20.02.2021