La reazione alla crisi di un mercato immobiliare dinamico
"Il nuovo appartamento?
Ora si vuole il giardino"
CLEMENTE MAZZETTA
Nonostante le fosche previsioni di Moneypark, la società svizzera di consulenza ipotecaria che ha previsto uno stallo del mercato immobiliare, qualcosa si muove. Qualcosa in più del previsto. "Il coronavirus non ha avuto un effetto depressivo sul nostro mercato. Mai come in questi mesi ho registrato un aumento di richieste al nostro sito web, in particolare per casette con giardino", osserva Matteo Degli Agli, dell’agenzia Mda internationalrealty di Lugano. La gente chiusa nel proprio appartamento, ha viaggiato su Internet. "Rispetto a un anno fa, c’è stato più movimento; c’è stato più tempo per guardare, vedere, valutare - aggiunge Degli Agli -. C’è ovviamente chi teme un crollo dei prezzi, cosa che non penso, anche se il mercato rispetto a qualche anno fa ha ridotto le aspettative". In effetti nel primo trimestre del 2020 la crisi del coronavirus ha avuto uno scarso impatto sulle transazioni: le operazioni previste sono state in gran parte completate e i prezzi degli immobili ad uso abitativo occupati dai proprietari sono sostanzialmente rimasti stabili (-0,4%). Anche dall’altra parte del cantone, nel Locarnese, si registra una strana effervescenza. "Nelle ultime nove settimane abbiamo notato un aumento di richieste per oggetti di taglio medio, piccole casette con giardino, rustici - dice Giancarlo Cotti, titolare dell’agenzia Assofide di Locarno -. Probabilmente dovuto al fatto che gli acquirenti in prevalenza svizzero-tedeschi, già proprietari di appartamenti nei loro luoghi di residenza, si stanno organizzando caso mai ricapitasse una nuova epidemia. Chiedono infatti anche che questi immobili siano vicini a studi medici, farmacie, ambulatori". Si assomma cioè al contesto naturale anche una richiesta di sicurezza. "Il prezzo, pur non passando in secondo piano, è meno importante rispetto alle esigenze di spazi aperti e sicurezza sanitaria - specifica Cotti -. Per altro privilegiano immobili che possano mantenere intatto il loro valore nel tempo, rivendibile cioè senza perdita in un prossimo futuro".
In aumento anche le richieste di affitto per un periodo medio lungo di ville o di rustici. Un movimento che non si registrava da alcuni anni e che sta rimettendo il modo il settore delle compravendita su altre prospettive. "Nel nostro settore dove per lavorare basta un telefonino, il lavoro non è mancato anche durante il lockdown - osserva Kevin Riva, di Idea immobiliare, agenzia di Giubiasco-Bellinzona, che ha riaperto gli uffici proprio in questi giorni -. Ma il coronavirus ha segnato le persone. Inevitabile che chi è rimasto chiuso in un appartamento con bambini, abbia sognato una casa con giardino, da sempre l’oggetto più ambito". Ancora prematura per tirare le somme. "Quel che è certo che il mercato immobiliare soffrirà dell’incertezza dell’economia. Bisogna vedere come si ricomincia, a tutti i livelli".
Anche l’agenzia Charminghomes di Patrizia Biuso, a Lugano, ha osservato una ripresa. "La gente ha più tempo per guardarsi in giro, quanto questo movimento si traduca in nuovi acquisti è però tutto da vedere". Non granché ottimisti, dunque. Perchè sia i venditori che i compratori sono alla ricerca di una maggior sicurezza. "Non abbiamo registrato significativi cambiamenti nel settore residenziale in questi mesi, continua ad esistere la domanda, la voglia di acquistare - dice Fabio Guerra, della Wüest Partner, azienda di consulenza immobiliare -. Ma il discorso si fa completamente diverso per il settore degli stabili commerciali, della ristorazione, dell’albergheria dove ci si prospetta una crisi con chiusure e fallimenti".
cmazzetta@caffe.ch
17.05.2020