Marco Salvi di Avenir Suisse sulla trasformazione digitale
"Il robot-cameriere? Trovata di marketing"
MAURO SPIGNESI
"Io non credo che la pandemia abbia accelerato le trasformazioni in atto". Va controcorrente Marco Salvi, economista di Avenir Suisse, dove si occupa principalmente di mercato del lavoro. Perché dice che la crisi sanitaria non ha dato una scossa alla trasformazione digitale? "Basta vedere la realtà. Quando c’era il lockdown tutti lavoravano da casa. Ora che il peggio è (speriamo) passato, che succede? Tutti tornano in ufficio. Eppure la trasformazione va avanti". Il mondo dell’impresa non si è accorto del cambiamento in atto? "È un problema di abitudini, cultura e prospettive. Anche noi abbiamo delineato uno scenario futuro sulla digitalizzazione. Siamo giunti alla conclusione che i rischi ci sono, ma è giusto trasformarli in opportunità". Non si perderanno un milione di posti di lavoro? "Si perderanno vecchie figure professionali in ambiti dove la digitalizzazione sarà impiegata maggiormente. Ma al netto ci sarà più occupazione perché cresceranno certe professioni innovative e nel settore della tecnologia alle aziende serviranno profili nuovi". Siamo preparati? "Le imprese stanno andando sempre più sul versante dell’online. Tante hanno capito che servono investimenti nella ricerca e nell’uso delle nuove tecnologie. E sono quelle che hanno sofferto meno la crisi perché avevano elevate competenze". Quali saranno i settori più colpiti? In alcuni ristoranti in Italia al posto dei camerieri c’è un robot. "Questa può essere una buona trovata di marketing. Ma in alcuni campi la componente umana resterà e sarà determinante". E il Ticino che rischi dovrà affrontare? "La digitalizzazione deve fare i conti con la congiuntura. Il Ticino più di altre realtà svizzere è legato a settori più toccati di altri. Bisogna affrontare le sfide del futuro con ragionevolezza".