Il racconto di un tragitto mentre l'autostrada è bloccata
Dal Ceneri e Rivera
le insidie di un viaggio
MAURO SPIGNESI
Il primo avviso arriva quando il viaggio per Riva San Vitale deve ancora iniziare. Dai siti si scopre che l’autostrada è bloccata da un incidente. Si sono scontrate tre auto. Dove, qui vicino? No, a 54 chilometri di distanza. Esattamente all’altezza di Capolago. Passa un’ora. La situazione sarà tornata alla normalità? Non si sa. Ma bisogna partire. Nella galleria Mappo-Morettina, all’uscita di Locarno, arriva la telefonata d’allarme: "Sulla A2 si sono già formate lunghe colonne, stavolta ci sono auto in panne", racconta il collega partito una mezzora prima. Possibile? No, normale. Una volta è un tamponamento, un’auto che s’incendia, un’altra che si ferma, un camion che finisce l’autonomia oraria e non può andare avanti. Un’altra volta basta che al traffico normale, già intenso, si aggiungano in occasione delle feste o delle vacanze scolastiche le auto di tanti che con le famiglie si dirigono verso sud. E il Ticino resta paralizzato. Martedì scorso è successo con l’incidente di Capolago, e a seguire con due macchine che si sono bloccate per problemi al motore. Così davanti alle gallerie sulla A2 i semafori hanno cominciato a lampeggiare. Stop, rosso.
Quando si capisce cosa sta accadendo si cerca di andare avanti il più possibile. Anche martedì è accaduto. Dopo la Mappo Morettina e la cantonale in direzione di sant’Antonino è sempre meglio imboccare il Monte Ceneri. Qui il traffico scorre. Fa nulla se il limite della strada è quasi sempre 80 all’ora. L’importante è andare avanti, capire come si evolve la situazione. Nella discesa del Ceneri si comincia a scegliere. Meglio l’autostrada, oppure meglio infilarsi nella cantonale e dirigersi verso la zona industriale di Manno e lì decidere se riprendere la A2? All’imbocco dell’autostrada non c’è mai un segnale, non si capisce cosa accade dopo la curva. Allora prudentemente meglio superare Rivera. Scelta saggia, dalla strada, parallela, si vede un lunghissimo serpentone di auto bloccate. Ferme. Immobili. In tanti fanno la tua stessa scelta e dunque anche tra Bironico e Torricella si avanza a fatica, tra dossi che consigliano di rallentare, rotonde e segnali che ricordano il divieto di 50 chilometri all’ora perché si sta attraversando un paese.
A Lamone bisogna prendere un’altra decisione. Arrivare sino a Manno e da lì riprendere l’autostrada, oppure tirar dritto, passare da Vezia, salire a Massagno e attraversare Lugano? Meglio quest’ultima ipotesi visto che gli avvisi sul traffico che giungono dalla radio non sono affatto rassicuranti. Ma scegliere questo itinerario non è poi così originale. Tanti hanno avuto la stessa idea. E così la via San Gottardo, forse anche per effetto dei semafori, diventa una trappola. Si va quasi a passo d’uomo dietro i bus della società Tpl. Finalmente dopo la stazione di Lugano la circolazione riprende a scorrere. Alla fine di via Maraini un intoppo con un’auto che abbozza una manovra. Poi via, Paradiso e la cantonale sino a Melide, sino alla rotonda di Bissone mentre a sinistra le auto sono ancora ferme sulla A2. Finalmente, dopo essere partiti alle 19.30, le luci all’altezza di Capolago annunciano il traguardo: Riva San Vitale. Sono le 21.30.
10.12.2017