Bocciata l'idea di non separare più i bagni uomo-donna
La parità tra i sessi?
Inizia dalla fila al wc
FRANCO ZANTONELLI
E se partissimo dalle toilettes per raggiungere quella parità tra uomini e donne che in Svizzera rimane tutt’ora incompiuta in diversi campi, in particolare nel mondo del lavoro? Pensiamo solo al fatto che a livello salariale esiste uno scarto di circa il 20 per cento tra i due sessi, a vantaggio, guardacaso, di quello che per una tradizione dura a morire viene definito "forte". Si diceva delle toilettes quale possibile paradigma della parità. Questo perché c’è un consigliere nazionale del Plr che sembra pensarla proprio in questi termini. È Albert Vitali, che ha presentato una mozione al Consiglio federale, invitandolo ad abolire l’obbligo di mantenere dei wc separati nelle aziende elvetiche, fatta eccezione per quelle di piccole dimensioni.
Settantatrè colleghi, tutti appartenenti al cosidetto blocco borghese, hanno appoggiato il suo atto parlamentare. Che, in realtà, piace anche a un’esponente della sinistra radicale come Tamara Funiciello, presidente dei Giovani socialisti svizzeri e deputata al Gran Consiglio del canton Berna. "Una volta - spiega al Caffè - un appartenente alla comunità Lgbt, ovvero quella che accomuna le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transgender, mi ha detto che la politica sulla sessualità viene fatta a partire dai gabinetti". A partire da ciò che si scrive sulle porte dei bagni, questa è per gli uomini e quest’altra per le donne. "Ecco - commenta Funiciello - da quel momento inizia la disuguaglianza".
Tornando ad Albert Vitali, ha liquidato la separazione per sessi nei wc aziendali definendola "una tradizione che richiama la rigida morale vittoriana". "D’altronde - rileva sempre Vitali -una situazione in cui i wc sono misti esiste già sui treni e sugli aerei". D’altro canto il deputato di Lucerna è convinto che, liberalizzando l’uso delle medesime toilettes a maschi e femmine, si tolgano dall’imbarazzo gli intersessuali, ovvero coloro che sono privi di una sessualità ben definita. "Direi che ha ragione Vitali a ritenere la norma in vigore decisamente vittoriana - riprende Funiciello -. Non vedo dove sia il problema e aggiungo che noi giovani socialisti abbiamo l’abitudine di utilizzare toilettes miste". Resta il fatto che il Consiglio federale ha risposto picche alla mozione del parlamentare liberale. Il Governo ha un timore: liberalizzando l’utilizzo dei bagni si potrebbe correre il rischio di favorire fenomeni di molestie. E, comunque, si finisca per mettere a disagio le persone con una sensibilità particolare".
Di fronte a questi argomenti come non dar ragione ad Albert Vitali, che evoca il moralismo bacchettone della Regina Vittoria? "Quello che proprio non mi va - dice ancora Funiciello - è l’evocazione delle molestie. Se si vuole fare qualcosa contro le molestie lo si faccia. Limitarsi a separare i due sessi, davanti alle porte delle toilettes, significa lavarsene le mani". Insomma, la battaglia dei bagni, almeno per il momento, se l’aggiudica il Governo. E a chi non è convinto che, anche da lì, possa partire un segnale in favore di una maggiore parità tra i sessi, valga l’esempio della Svezia. Dove, da tempo, almeno nei luoghi pubblici, uomini e donne hanno a disposizione gli stessi wc. Il risultato? Che anche gli uomini fanno la coda, come le donne.
27.05.2018