I cambiamenti innovativi ed ecologici dellla ferrovia
Il treno a vapore riparte
alimentato dall'idrogeno
CLEMENTE MAZZETTA
E se la soluzione per la linea Como-Lecco, il collegamento ferroviario fra le due città lombarde rimasto come era nell’800, fosse il treno ad idrogeno? Non mancherebbe l’esempio, visto che in Val Camonica si sta mettendo a punto la prima "Hydrogen Valley" italiana: un treno alimentato a idrogeno, in grado di produrre elettricità (operazione condotta dal gruppo industriale Fnm Spa e Trenord)
Non più a diesel, dunque. Ma quasi un ritorno al vecchio treno a vapore. Senza carbone, però. Solo vapore acqueo e elettricità senza fili. La decisione della Regione Lombardia di rinunciare all’elettrificazione della linea Como-Lecco, che avrebbe assunto un’importanza significativa nell’ottica dei collegamenti ferroviari veloci sull’asse Como-Chiasso e quindi verso il Ticino, ha lasciato l’amaro in bocca alle associazioni ambientaliste e a quelle dei viaggiatori. La modernizzazione della linea avrebbe infatti permesso di offrire a un grande numero di frontalieri un’alternativa all’auto, alleggerendo il traffico su strada. A protestare l’Associazione degli utenti del trasporto pubblico, che ha ricordato come il collegamento Varese-Mendrisio-Lugano, reso possibile con l’apertura del tratto ferroviario Arcisate-Stabio, ha realizzato da subito una media di 5.000 passeggeri al giorno. Cosa che sarebbe ipotizzabile anche per il collegamento Lecco-Como e poi verso Chiasso.
Dall’altra parte invece, in Valcamonica-Alto Sebino, su una linea non elettrificata, si è cambiato indirizzo con l’acquisto di nuovi treni alimentati a idrogeno. Entreranno in servizio nel 2023, in sostituzione degli attuali a motore diesel. Il progetto denominato "H2iseO", un nome che è quasi una sciarada, prevede anche la realizzazione di centrali per la produzione di idrogeno, destinato ai nuovi convogli ad energia pulita. Non per niente la Val Camonica-Alto Sebino, è stata riconosciuta dal 2018 Riserva della Bioosfera da parte dell’Unesco. Dal 2023 sarà attraversata da un modernissimo treno ad idrogeno - in alternativa all’inquinante diesel - a zero emissioni: al posto di anidride carbonica solo acqua di condensa. A detta del presidente del gruppo Fnm, Andrea Gibelli, "H2iseO è un progetto molto innovativo che mira alla creazione di un viaggio a zero impatto ambientale, attraverso la decarbonizzazione del trasporto e lo sviluppo di una filiera territoriale dell’idrogeno. Una iniziativa in grado di creare un alto valore aggiunto in termini ambientali, economici e sociali". Una soluzione che potrebbe rivelarsi efficace per le numerose linee non elettrificate che ancora ci sono in Europa. Il treno a idrogeno funziona utilizzando un serbatoio sul tetto e punti di rifornimento collocati lungo la linea ferroviaria. Non ha bisogno di ulteriori interventi infrastrutturali e adeguamenti delle linee. Cosa da non sottovalutare se l’obiettivo è quello rendere il trasporto su rotaia al 100% sostenibile. Con un pieno, può percorrere tra i 600 e gli 800 chilometri, raggiungendo una velocità massima di 140 km/h.
Insomma, come per le auto, anche per il treno l’idrogeno sta diventando una fonte alternativa praticabile per una mobilità a impatto zero. I convogli che entreranno in funzione in Val Camonica saranno prodotti dalla Alstom, un gruppo industriale francese all’avanguardia in questa tecnologia: ha già "idrogenizzato" altre linee: in Germania il treno "iLint" della Alstom, il primo ad idrogeno al mondo, ha già percorso 250mila chilometri su una linea ferrovia della Bassa Sassonia. Una tipologia di treno simile - il Coradia iLint della Alstom - è stata testata recentemente con successo per tre mesi in Austria.
c.m.
12.12.2020