Tecnologia e solititudine hanno cambiato i rapporti
L'amore diventa digitale
e trasforma le relazioni
ANDREA BERTAGNI
Voglia di amore, tenerezza, di contatti fisici. A portata di mano. Con un semplice clic. L’amore è cambiato, è diventato virtuale, digitale, tecnologico. Merito delle App e dei siti di incontri che negli ultimi dodici mesi sono stati presi d’assalto. Colpa dell’isolamento e della pandemia? Forse sì. Sta di fatto che la ricerca dell’anima gemella o di un semplice incontro è schizzata alle stelle. Tra i single, ma anche tra i fidanzati e sposati, tanto che anche il social network più usato al mondo, Facebook, ha pensato lanciare una nuova sezione, proprio per permette ai single e non solo di entrare in contatto.
A segnare aumenti esponenziali sono un po’ tutte le App che permettono alle persone di entrare in contatto virtualmente. Tinder, una tra le più famose, in Italia ha registrato un aumento del 39%. Stessa cosa OkCupid che ha riportato un incremento del 40%. Anche su Meetic sono aumentati gli iscritti che hanno cercato non solo un incontro ma una vera e propria relazione.
Attenzione però. Velocità e tecnologia non sono sempre sinonimi di relazioni superficiali. Perché connettersi con gli altri è diventato più facile. Ma ciò non toglie che prima di tramutare in realtà un incontro occorre comunque conoscersi meglio. Al di là insomma di una semplice foto e di un nickname. Ecco allora che si prende il tempo per capire chi è e non è giusto per se stessi. Si sceglie inoltre di più. Non si parla con una quantità infinita di persone. Ma si è più selettivi. Una recente ricerca ha dimostrato che quasi la metà delle donne iscritta a dating App è rimasta delusa dalla mancanza di chimica durante un appuntamento da vivo. Avendo però una discreta conversazione in anticipo, è più facile notare una potenziale scintilla o connessione, o la mancanza di essa.
Il mondo del corteggiamento e dei sentimenti sta allora cambiando? Sembra proprio di sì. Al di là della pandemia. In Svizzera romanda è ad esempio da poco attiva un App di incontri che prende spunto dal traffico e dalle code. Si chiama Carimmat e funziona con le targhe delle automobili. Basta inserire la propria e aspettare che scocchi la scintilla alla guida. Perché l’attesa al volante può essere noiosa agli ingorghi. Tanto vale guardarsi in giro e… innamorarsi.
A riaffermare la centralità delle App è anche un recente studio dell’università di Ginevra, secondo cui le coppie che si sono formate digitalmente possono tranquillamente aspirare al matrimonio. Perché le relazioni che nascono e si sviluppano digitalmente non si esauriscono in pochi clic. L’amore 2.0 quindi dura. Va al di là di un semplice bit. Lo studio sottolinea inoltre che queste applicazioni svolgono un ruolo importante nel modificare la composizione delle coppie, diversificando i livelli di istruzione. Sempre secondo la ricerca i siti di incontri attirano principalmente le persone over 40 e i divorziati. Mentre le donne che si iscrivono hanno anche forti desideri di avere figli.
La voglia di conoscersi sembra dunque più forte del distanziamento sociale e del confinamento imposti. Si è adattata. Si è guardata in giro e ha usato gli strumenti più facili, immediati e a portata di mano. Oltre le critiche e i pregiudizi. Che hanno dipinto l’amore 2.0 come inaffidabile o poco duraturo. Da più parti si alzano voci e prove che non è così.
an.b.
13.02.2021