La Cina punta sulla tecnica usata anche in Svizzera
Controllare la meteo
sparando alle nuvole
ANDREA STERN
Quest’anno il livello del lago di Tiberiade - dove in base ai Vangeli Gesù camminò sulle acque - è più alto del solito. A inizio febbraio raggiungeva i 209,65 metri sotto il livello del mare, a soli 85 centimetri dal suo record storico. Le popolazioni hanno iniziato a temere il rischio di inondazioni. Una sensazione anomala in una regione perennemente alle prese con la siccità.
Le autorità israeliane hanno così deciso di interrompere l’attività di inseminazione delle nuvole, una tecnica giunta anche in Svizzera. Gli aerei che dagli Anni ’50 si occupano di sparare ioduro di argento all’interno delle nubi sono rimasti a terra. L’attuale abbondanza di acqua non giustifica più un’attività capace di provocare, secondo le stime israeliane, un aumento delle precipitazioni nella misura dell’1,8%. Poco, per i nostri parametri. Molto, per i Paesi dove ogni goccia d’acqua conta.
Come in Cina, il Paese che più di tutti sta investendo nella manipolazione del clima. Già in occasione delle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, le autorità ricorsero a questa tecnica per ridurre il rischio di precipitazioni durante la cerimonia di apertura e nel contempo per ripulire l’aria.
Ora però la Cina è passata a uno stadio superiore, annunciando per il 2025 il completamento di un "sistema di modificazione meteorologica" che coprirà con precipitazioni artificiali un’area di 960mila chilometri quadrati, circa il 10% dell’intero territorio nazionale. Il sistema sarà dotato di dodici aerei, 900 dispositivi di lancio missilistico e oltre 1800 stazioni di controllo.
Uno scenario affascinante, per gli agricoltori che si trovano a vivere nelle zone interessate dalle future pioggie a comando. Uno scenario inquietante, per chi invece teme di vedersi sottrarre le proprie precipitazioni come anche per chiunque creda nell’autoregolamentazione del clima.
Ma forse questi ultimi sono solo degli inguaribili nostalgici. È infatti già dall’immediato Dopoguerra che l’inseminazione delle nuvole è impiegata in vari paesi del mondo. La sua scoperta risale al 1946, quando durante una passeggiata sul monte Washington in compagnia del premio Nobel Irving Langmuir, il meteorologo Vincent Schaefer ebbe l’idea di creare delle nubi sovraraffreddate.
Dopo numerosi tentativi, Schaefer scoprì che il ghiaccio secco poteva provocare la formazione di microcristalli. Contemporaneamente il climatologo Bernard Vonnegut creò un metodo di inseminazione delle nubi utilizzando iodio ed argento. Nel novembre dello stesso anno Schaefer riuscì così a stimolare quella che è considerata la prima precipitazione artificiale della storia.
Da allora la tecnica dell’inseminazione delle nuvole ha fatto il giro del mondo. Raggiungendo anche la Svizzera. Dopo un rudimentale tentativo avvenuto già alla fine dell’Ottocento (vedi articolo sotto), l’utilizzo di ioduro d’argento è diventato relativamente frequente. Persino la compagnia assicurativa Basilese, dall’agosto 2018, utilizza un velivolo Cessna per alterare la struttura fisico-chimica delle nuvole e così ridurre il rischio di grandine.
Un primo bilancio diffuso dalla Basilese alla fine dello scorso anno parrebbe essere positivo. L’assicuratore sostiene che dal lancio del suo esperimento, per ora limitato alla Svizzera tedesca, le denunce di danni per grandine si sono ridotte. Perché questa tecnica permetterebbe, secondo la Basilese, se non di eliminare le grandinate perlomeno di ridurne la loro intensità. Il risparmio in termini di mancati danni alle automobili è stimato dalla compagnia assicurativa in "alcuni milioni di franchi". Mica male se si considera che il Cessna è costato solo 200mila franchi.
a.s.
20.02.2021